Il 27 giugno 2003 il Ministro dell’Istruzione Letizia Moratti ha  stipulato un accordo con il Presidente di Unioncamere, Carlo Sangalli,  volto a favorire il raccordo e l’integrazione tra le istituzioni  formative ed il sistema delle imprese, nella prospettiva dell’attuazione  della legge delega n. 53 del 2003, che riconosce ai ragazzi di 15-18  anni la possibilità di svolgere parte della loro formazione attraverso  l’alternanza di periodi di studio e di lavoro, sulla base di convenzioni  stipulate con le Camere di Commercio. 
L’accordo del 27 giugno  risponde ad una duplice esigenza sia del mondo dell’istruzione, sia del  sistema delle imprese: dal punto di vista delle istituzioni scolastiche,  vi è infatti una crescente domanda non solo di esperienze “simulate”  del lavoro d’impresa, ma anche di esperienze sul campo vere e proprie,  tra cui, in particolare, gli stage e i tirocini. Dall’universo delle  imprese, viceversa, l’alternanza scuola-lavoro prevista dalla riforma  Moratti risponde ad un’esigenza diffusa delle aziende della produzione,  che chiedono ai neo-assunti una maggiore esperienza lavorativa. La  constatazione in esame è il frutto dei risultati dell’indagine Excelsior  2003 sui fabbisogni occupazionali delle imprese italiane, realizzata  annualmente da Unioncamere in collaborazione con il Ministero del lavoro  e presentata a Roma ad inizio giugno. 
Tra le varie iniziative  concordate nell’Accordo del 27 giugno, si segnala in particolare:
– l’introduzione  in via sperimentale di progetti di alternanza scuola-lavoro, che  utilizzino la metodologia dell’Impresa Formativa Simulata, un modello di  simulazione attraverso il quale l’impresa contribuisce a riprodurre in  forma esemplificata nella scuola le diverse fasi del processo produttivo  ed i differenti ruoli aziendali;
– la creazione di appositi  Sportelli per l’alternanza scuola-lavoro presso le 103 Camere di  Commercio di ogni provincia, chiamati a gestire l’incontro della domanda  e dell’offerta formativa tra la aziende del territorio e le istituzioni  scolastiche, anche attraverso la predisposizione di banche dati che  raccolgano le candidature ed i curricula degli studenti ;
– la  promozione di progetti di orientamento, in relazione alla varie  opportunità di lavoro connesse ad ogni settore di formazione;
– la  realizzazione di occasioni di scambio e di reciproca conoscenza, gestite  attraverso la collaborazione alla formazione dei tutor aziendali e  scolastici;
– la predisposizione di progetti di formazione tecnica  superiore, che consentano la partecipazione delle Camere di Commercio ai  percorsi post-diploma dell’Istruzione e formazione tecnica superiore  (Ifts), attivati localmente.
Dato questo complesso di iniziative, ci  si domanda quale ruolo sia riservato all’autonomia dei singoli istituti  nell’attivazione e nella realizzazione degli obiettivi di alternanza  scuola-lavoro: l’accordo Miur-Unioncamere non sembra dedicare alcun  significativo riferimento alla questione; ma è evidente che il successo  di tali iniziative dipenderà in primo luogo proprio dalla capacità di  ogni istituzione di gestire al meglio i contatti con il settore  produttivo e di sfruttare in maniera ottimale le risorse messe a  disposizione dagli accordi stipulati a livello nazionale.
L’accordo Miur-Unioncamere sull’alternanza scuola-lavoro
03.07.2003