"Gli intermediari bancari e finanziari tra regole di mercato e interesse pubblico", di D. Siclari

08.05.2012

La monografia intende analizzare, a seguito della crisi dei mercati 
finanziari iniziata nel 2007, gli eventuali aspetti innovativi della 
relazione “libertà-dovere” che, come noto, connota l’appartenenza soggettiva 
al settore bancario e finanziario, con riguardo precipuo al tema della 
stabilità degli assetti patrimoniali degli intermediari, quale interesse 
pubblico che viene a costituire la ratio ultima della nuova ri-regolazione 
del settore e che giustifica i nuovi poteri attribuiti dall’ordinamento all’autorità 
di vigilanza.

Lo studio vuole verificare se e in che modo la stabilità patrimoniale, pure 
assurta a fine primario della vigilanza, specialmente dopo la ri-regolazione 
post-crisi, possa coniugarsi con la tutela dei diritti patrimoniali dei 
singoli attori del mercato, che siano azionisti, obbligazionisti ovvero 
clienti, considerato che la posizione giuridica che l’ordinamento riconosce 
all’individuo nei riguardi dell’attività economica, del mercato e dell’impresa 
risulta sempre al centro delle relazioni istituzionali rilevanti per il 
diritto dell’economia .

Dopo aver esaminato l’attuale evoluzione del quadro complessivo dei criteri 
ordinatori del mercato, che si delineano tra la necessità di stabilità degli 
assetti patrimoniali  degli intermediari e l’esigenza di assicurare agli 
stessi una congrua autonomia operativa, la monografia procede quindi all’analisi 
della regolazione sui requisiti patrimoniali, così come determinati dal 
Comitato di Basilea sulla supervisione bancaria, e della regolazione della 
governance interna degli intermediari, che acquista rilievo diretto ai fini 
della stabilità. In particolare, l’indagine ha poi ad oggetto i nuovi poteri 
autoritativi a salvaguardia degli assetti patrimoniali attribuiti di recente 
dall’ordinamento all’autorità di vigilanza, quali la possibilità di vietare 
la distribuzione degli utili ai soci e la possibilità di vietare il 
pagamento degli interessi ai portatori delle obbligazioni emesse dalle 
banche. Proprio l’esame di tali nuovi poteri consente di apprezzare il 
passaggio dalla vigilanza sul patrimonio della banca all’incisione da parte 
dell’autorità di supervisione dei diritti dei terzi obbligazionisti e il 
conseguente mutamento della struttura della regolazione bancaria, che elegge 
così tra i suoi destinatari non solo i soggetti vigilati e i soci della 
s.p.a. bancaria, ma anche i terzi privati obbligazionisti, che divengono di 
tal guisa direttamente partecipi delle sorti dell’intrapresa bancaria.

La monografia cerca quindi, in una fase delicata di regolazione del mercato 
finanziario, di individuare, nel quadro dello statuto costituzionale dell’iniziativa 
economica che trova svolgimento nel settore, un corretto equilibrio tra l’interesse 
pubblico alla stabilità patrimoniale degli intermediari bancari e finanziari 
e del sistema finanziario nel suo complesso, l’autonomia imprenditoriale 
degli operatori del settore e l’esigenza di tutela dei diritti dei privati, 
quali gli obbligazionisti, non direttamente vigilati dall’autorità di 
supervisione.

recensione a cura dell'autore