Le città del futuro: la “terza via” possibile tra smart cities e smart villages

15.07.2017

SOMMARIO: 1 Il modello di città del XXI secolo: la “città diffusa” – 2. Le tendenze del benessere nelle realtà urbane e locali – 3. Le vie possibili dello sviluppo integrato sostenibile a livello locale – 4. La “terza via” tra smart cities e smart villages: il polo di sviluppo locale

 

Abstract

Con questo intervento, si vuole dare conto di alcune considerazioni sulle differenti “vie” per raggiungere il benessere nei centri urbani valorizzandone in particolare il capitale umano, il capitale sociale e il capitale storico-artistico-culturale. A partire dalla sintetica descrizione delle principali caratteristiche del nuovo modello urbano del ventunesimo secolo, la cosiddetta “città diffusa” o “città di città”, è infatti, possibile cogliere alcuni elementi per una prima definizione degli strumenti per lo sviluppo nei centri urbani di medie e piccole dimensioni, nei quali vive una percentuale importante della popolazione del nostro Paese.

Allo stato dell’arte sono chiare le direttrici per lo sviluppo Smart cities, applicabili alle città italiane con oltre 250mila abitanti e per gli Smart villages, cioè i centri urbani o le aree rurali con meno di 20mila abitanti. In questo lavoro si vuole fornire un contributo in particolare a quella che definibile “terza via” conduce al Polo di Sviluppo Locale, per le piccole città (tra i 20mila e i 60mila abitanti) e medie città (tra i 60mila e i 248mila abitanti), realtà urbane che non si possono identificare né con la descrizione di metropoli, né con quella di piccoli centri ideali. Punto di di partenza per questa riflessione, gli Obiettivi di sviluppo sostenibile (SDGs), stabiliti dalle Nazione Unite nell’Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile a fine 2015.

Monti

di Luciano Monti e Roberto Cerroni


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