La Corte di Giustizia dell’Unione europea torna a pronunciarsi in materia di pubblicità comparativa nel settore della grande distribuzione organizzata

21.02.2017

La Corte di Giustizia dell’Unione europea torna a pronunciarsi in materia di pubblicità comparativa nel settore della grande distribuzione organizzata

Con sentenza dello scorso 8 febbraio, la Corte di Giustizia dell’Unione europea (“Corte di Giustizia”) si è pronunciata in via pregiudiziale sulla conformità di una pubblicità comparativa con la disciplina applicabile in materia. Tale decisione si inserisce nell’ambito di una controversia tra ITM (riferibile alle catene di supermercato Intermarché) e Carrefour; quest’ultima aveva diffuso una campagna pubblicitaria mediante la quale venivano raffrontati i prezzi di prodotti di grandi marche applicati nei negozi Carrefour e quelli (più elevati) praticati nei negozi concorrenti, senza, tuttavia, dare adeguata evidenza del fatto che i negozi Intermarché raffigurati nello spot erano tutti supermercati, a differenza dei negozi Carrefour a tal fine selezionati, che erano, invece, ipermercati (e, quindi, in condizione di offrire tali prodotti a prezzi più bassi).

A seguito della sentenza di primo grado favorevole a ITM (condanna di Carrefour al versamento di 800.000 euro a titolo di risarcimento danni, con contestuale cessazione della trasmissione dello spot e pubblicazione della sentenza di condanna), la Corte d’Appello francese, investita della causa, ha ritenuto di sollevare la questione in via pregiudiziale chiedendo alla Corte di Giustizia di pronunciarsi circa la liceità di una pubblicità comparativa che, ove anche non ingannevole, sia effettuata tra prodotti venduti in negozi differenti (per tipologia o dimensioni) e se (e in che misura) tale differenza tra i negozi i cui prezzi sono oggetto della comparazione debba ritenersi un’informazione rilevante da fornire al consumatore con adeguata evidenza, al fine di evitare che il messaggio diffuso possa risultare ingannevole.

In linea con le conclusioni dell’Avvocato Generale, la Corte di Giustizia ha stabilito che di per sé la comparazione tra i prezzi di prodotti venduti in diverse tipologie di negozi non è necessariamente illecita, nei casi in cui il consumatore sia informato in modo chiaro circa le caratteristiche essenziali del messaggio pubblicitario. Nella vicenda in esame, tuttavia, l’omissione di tale informazione è ingannevole in quanto idonea ad influenzare il comportamento economico del consumatore; spetta, peraltro, alla Corte d’Appello francese di effettuare la valutazione in concreto in merito ai caratteri di obiettività e di correttezza della pubblicità comparativa, richiesti dalla Direttiva 2006/114.

In conclusione, è interessante notare come, nonostante la Corte di Giustizia abbia già avuto occasione di pronunciarsi (anche in via pregiudiziale) in materia di pubblicità comparativa con specifico riferimento al settore della grande distribuzione organizzata, la decisione in commento estenda la latitudine della valutazione della pubblicità comparativa, riferendosi alla diversa tipologia di esercizi commerciali nei quali vengono venduti i prodotti oggetto della comparazione, senza limitarsi, come in casi precedenti, solamente all’esame del grado di omogeneità ed intercambiabilità tra i prodotti comparati.

a cura di Filippo Alberti