L’applicazione della “ghigliottina” nel procedimento di conversione di un decreto-legge

18.05.2014

a cura di Piero Gambale

 Nella seduta del 29 gennaio 2014 della Camera dei deputati, la Presidente Boldrini applica la cosiddetta ghigliottina, ponendo in votazione, dopo l’esaurimento delle fasi della discussione e della votazione (compresa quella fiduciaria), il disegno di legge di conversione in legge del decreto-legge 30 novembre 2013, n.133, recante “disposizioni urgenti concernenti l’IMU, l’alienazione di immobili pubblici e la Banca d’Italia” (A.C. 1941); mancando poche ore alla scadenza del termine costituzionale e constatato che il numero degli iscritti in dichiarazione di voto finale non avrebbe consentito l’osservanza di tale termine, la Presidente Boldrini dichiara, ponendo in votazione il provvedimento richiamato, di adempiere al dovere costituzionale di assicurare il voto dell’Assemblea sul disegno di legge di conversione di un decreto-legge.

Si tratta di una prerogativa del Presidente d’Assemblea che alla Camera, a differenza del Senato, non poggia su una norma precisa (v. art. 78, comma 5 del r.S.) e che è stata teorizzata su base interpretativa, argomentandosi che, qualora essa non venisse applicata, si finirebbe per violare l’art. 64 della Cost., impedendosi alla maggioranza di poter convertire un decreto-legge.

Alessandroa.baroni