Garanzia Giovani: la sfida impossibile dei Centri per l’Impiego

14.05.2014

SOMMARIO: 1. La “Garanzia Giovani”. Genesi e processo di attuazione in Europa – 2. Attori e risorse per l’Italia: le criticità. – 3. Il ruolo dei Centri per l’Impiego e il modello di Porta Futuro.

Abstract. L’obiettivo di questo lavoro è quello di evidenziare da un lato tutte le criticità che il nuovo strumento della Garanzia Giovani (Youth Guarantee) incontrerà nella fase di avvio nel nostro Paese, prevista tra marzo e aprile di quest’anno, e dall’altro di denunciare come lo strumento, mutuato dalla felice esperienza di alcuni Paesi nordici, rischia di essere poco efficace nel nostro contesto se non inquadrato in una politica economica che sia rivolta a ridurre il divario generazionale venutosi a creare, agendo non solo sugli effetti, ma anche e soprattutto sulle cause che lo hanno determinato. Numerosi Paesi europei hanno, infatti, avviato strategie di prevenzione alla disoccupazione giovanile e strategie di reintegrazione nel mondo del lavoro; tra le prime sono da annoverare gli investimenti nella qualità della scuola primaria, la lotta alla dispersione scolastica, il sostegno finanziario alle famiglie meno abbienti, i percorsi di formazione alternativi, vocazionali e tecnici; tra le seconde gli strumenti di orientamento, la formazione professionale, i tirocini e gli incentivi all’assunzione. Limitandosi a quest’ultimo ambito, il primo capitolo si concentra sulla genesi del dibattito in seno all’Unione Europa, che ha condotto prima all’adozione di una iniziativa faro dedicata ai giovani da traguardare al 2020 e poi alla formulazione, a marzo 2013, della Youth Guarantee (Garanzia Giovani), che prevede un paniere di servizi rivolti alla integrazione o reintegrazione nel mondo del lavoro. Nel secondo capitolo, invece, sono messi in evidenza i potenziali ostacoli che si frappongono alla efficace introduzione della Garanzia Giovani in Italia, mentre nel terzo capitolo viene presa in considerazione la inadeguatezza degli attori coinvolti e dei mezzi finanziari messi a disposizione per lo scopo e analizzato un modello di eccellenza che, se modellizzato, potrebbe rappresentare quella “terza via”, tra pubblico e privato per usufruire appieno delle risorse comunitarie messe a disposizione per la lotta alla disoccupazione giovanile. .

di Luciano Monti e Alessandro Carlantoni


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