L’Europa dei pochi e l’Europa dei molti: quale possibile “Unione”?

06.05.2014

SOMMARIO: 1. I divari territoriali e regionali; 2. I divari intergenerazionali; 3. Conclusioni.

Abstract.

In questo mio intervento voglio concentrare l’attenzione sui pesanti divari che affliggono l’ Unione Europea, solo acuiti dalla attuale fase recessiva; divari che sono rilevabili a livello territoriale o regionale e sul piano generazionale. Solo con una piena consapevolezza delle correlazioni di questi fenomeni sarà possibile immaginare un nuovo modello di Europa che ne proponga realisticamente il superamento. Non per importanza, ma semplicemente perché emerso a livello europeo sin dalla concezione dell’attuale esperienza comunitaria, affronto nel primo capitole il tema del divario territoriale e regionale.

Il progetto dell’Unione Europea ha sempre dimostrato una certa consapevolezza dell’esistente divario tra aree a diverso sviluppo economico e sociale, e questo fatto ha costituito la base sulla quale si è imperniata dapprima la politica di armonizzazione e, successivamente, la vera e propria politica di coesione economica e sociale della Comunità. Il Trattato di Roma, infatti, costituisce il primo riconoscimento, seppure limitato alle aree rurali e agricole (art. 39), delle disparità economiche e sociali tra le regioni più e meno prospere dell’area comunitaria. Nel secondo capitolo invece prendo in considerazione la genesi e l’intensità dei divari intergenerazionali per trarre infine qualche spunto per una possibile “rifondazione” del progetto europeo.

di Luciano Monti


Scarica documento