Youth guarantee, dal governo troppo poco

07.05.2013

Il costo della Garanzia Giovani dovrebbe essere attorno ai sette miliardi di euro l’anno. La proposta italiana di destinare 500 milioni di euro per il biennio rischia di rivelarsi un ennesimo spreco.

Sin dall’inizio della crisi l’Unione europea ha avviato un processo di consultazione e analisi della situazione e delle azioni da porre in essere per contenere il fenomeno della disoccupazione e inoccupazione giovanile. Tale processo è giunto a maturazione a cavallo tra la fine del 2012 e gli inizi del 2013, quando il Consiglio dell’Unione europea del 14 e 15 marzo 2013, ha stabilito fosse necessario garantire “che tutti i giovani di età inferiore a venticinque anni ricevano un’offerta di lavoro, proseguimento degli studi, apprendistato o tirocinio di buona qualità entro un periodo di quattro mesi dall’inizio della disoccupazione o dall’uscita dal sistema d’istruzione formale”(i). Sono stati così stanziati sei miliardi di euro, che andranno a integrare il sostegno dei fondi strutturali dell’UE per il periodo 2014-2020 (ii).

Questo intervento urgente sui giovani inoccupati e disoccupati, denominato Youth Guarantee non solo è ritenuto necessario per ridurre la frattura intergenerazionale ma anche, essenziale per assicurare la sostenibilità dell’attuale sistema delle pensioni, messo alle corde dall’invecchiamento della popolazione e dal basso tasso di occupazione (iii), e per tamponare il ritardo generazionale (e la conseguente insostenibilità di qualsiasi modello di sviluppo che non lo abbia risolto). Si aggiunga che, sotto un profilo strettamente economico, tale intervento potrebbe essere anche letto come uno strumento per rilanciare la domanda interna, atteso che la propensione marginale al consumo dei giovani è certamente maggiore di quella dei soggetti con maggiore maturità.

Non vi sono dunque dubbi sulla utilità di questo strumento per il rilancio dell’occupazione giovanile. Il punto centrale è proprio questo, uno strumento, non lo strumento, proposto e in attuazione a breve anche in Italia (iv).

Sintetizzando il contenuto e lo schema di tale garanzia (v) si possono evidenziare quattro elementi: la struttura della garanzia e la durata, gli strumenti, i beneficiari, i costi.

La struttura della Garanzia e la durata: l’intensità e la durata della garanzia sono elementi modulabili secondo la natura e della condizione dei possibili beneficiari. Se dunque l’obiettivo generale è quello di assicurare a tutti i giovani disoccupati o inoccupati un sostegno soft (per esempio un semplice orientamento), l’obiettivo specifico è quello di intervenire a sostegno di quei giovani che versano in maggiori difficoltà, o per la bassa scolarità o per la condizione di svantaggiato con interventi più consistenti sia nella qualità, che nella durata.

Gli strumenti offerti dalla garanzia possono essere ricondotti, in ordine di crescente intensità, a: i) orientamento, formulazione del curriculum vitaecareer planning e supporto alla ricerca di opportunità di lavoro; ii) stages e/o periodi di formazione; iii) tirocini o apprendistato; iv) un’offerta di lavoro di qualità; v) finanziamento per un’attività autonoma.

I beneficiari sono i giovani inoccupati o disoccupati. In merito all’età, la Commissione europea propone la soglia dei ventiquattro anni, ma si tratta di un mero riferimento, lasciando ai Paesi membri la decisione più consona alle loro esigenze. Per l’Italia la proposta è di estendere la garanzia sino a ventinove anni (vi).

I costi. Nel 2012 l’Organizzazione Internazionale del Lavoro (Ilo) ha stimato il costo della Garanzia Giovani nell’Eurozona in circa 21 miliardi di euro, pari allo 0,45% del PIL cumulato (vii). Il calcolo è basato sul modello svedese special job-search support, che si stima abbia un costo annuale per inoccupato di 6.000 euro, oltre a seicento euro per partecipante alla singola iniziativa. Volendo fare ricorso a questo modello, il costo della Garanzia Giovani per un Paese come l’Italia, per esempio, limitatamente ai Neet, dovrebbe essere attorno ai sette miliardi di euro l’anno (cioè lo 0,45% del PIL).

La proposta del Governo Letta, avvallata da Bruxelles, di destinare per il primo biennio 2014-2015 circa 500 milioni di euro al lancio della garanzia giovani così come descritta, rischia di essere inefficace e dunque un ennesimo spreco per due motivi.

Il primo è che la somma prevista per i biennio rappresenta poco più del 3% della somma stimata necessaria per fronteggiare il fenomeno della inoccupazione e disoccupazione giovanile e finirà, nella migliore delle ipotesi per essere destinata solo a pochi privilegiati e nella peggiore (ma anche quella più realistica), a perdersi nei rivoli della formazione professionale che spesso offre prodotti avulsi dalle reali esigenze del mercato del lavoro al netto di pensantissime intermediazioni.

Il secondo è che lo strumento della Garanzia Giovani non può rappresentare, come ricordato, lo strumento panacea, ma uno strumento essenziale ma non sufficiente di sostegno alla crescita stimolata da una politica economica ben più articolata. Diversamente si rischia che, trascorso il periodo “di grazia” del biennio, i (pochi) giovani coinvolti si troveranno a fronteggiare lo stesso problema di oggi, che è quello di una mancanza di posti di lavoro e di reali opportunità di auto impiego in un’economia recessiva senza stimoli reali. Con buona pace degli esclusi.

L’opportunità offertaci dall’Europa deve essere da stimolo per una nuova politica economica e non l’ennesimo spreco della spesa pubblica.

Note

i Vedi Consiglio Europeo, Conclusions, EUCO 23/13, Bruxelles, 14 marzo 2013 e successiva Raccomandazione del Consiglio del 22 aprile 2013 sull’istituzione di una garanzia per i giovani (2013/C 120/01).

ii Assicurato grazie ad una riserva di 3 miliardi di euro nell’ambito del Fondo sociale europeo e di altri 3 miliardi di euro nell’ambito di una nuova linea di bilancio creata appositamente perfinanziare misure a supporto dei giovani, tra cui appunto la nuova Youth guarantee o Garanzia Giovani.

iii Commissione Europea, Libro Bianco: Un’agenda dedicata a pensioni adeguate, sicure e sostenibili, COM (2012) 55 final Bruxelles, 2012.

iv Vedi Struttura di Missione istituita presso il Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali ex D.L.76/2013, Piano per l’attuazione della Raccomandazione del Consiglio dell’Unione Europea del 22aprile 2013 sull’istituzione di una “Garanzia per i Giovani”, Doc. preparatorio, presentato da Ministro Giovannini a fine ottobre 2013, scaricabile dawww.lavoro.gov.it/PrimoPiano/Documents/Documento%20Garanzia%20Giovani%20approvato%20dalla%20Struttura%20di%20Missione.pdf

v Commissione Europea, Commission staff working document accompanying the document“Proposal for the council recommendation on Establishing a Youth Guarantee (COM/2012) 729 final”SWD(2012) 409 final, 2012

vi Vedi supra nota 4.

vii Organizzazione internazionale del Lavoro (ILO), Eurozone and Job crises: trends and policy responses, Studies on growth with Equity, 2012.

Questo articolo è stato pubblicato il 29/11/2013 su www.sbilanciamoci.info.

a cura di Luciano Monti