Walter Tortorella. Lo stato dei comuni. Marsilio Editori, Venezia, 2012, pp. 384.

29.05.2012

Con Lo stato dei comuni la Fondazione IFEL affida a Walter Tortorella la composizione di un volume articolato su più temi, convergenti, tutti, sul presidio territoriale più prossimo ai cittadini. Crescita economica, riforma federalista, vecchie e nuove popolazioni, riordino dei sistemi di competenze sono trattati illuminando i loro profondi effetti sul percorso delle municipalità italiane. Proprio da questo percorso si apre il contributo di Marinuzzi, che disegna l’organizzazione territoriale dei comuni nel corso degli ultimi 150 anni. Una valutazione in termini quantitativi sulle condizioni demografiche e socioeconomiche che registra, e conferma, la tendenza all’urbanizzazione e alla terziarizzazione del nostro Paese. Dai caratteri territoriali emersi, Chiodini, nel suo contributo, individua le nuove sfide sociodemografiche ponendo il welfare comunitario alla base di uno sviluppo di lungo periodo. Tali sfide sono connesse a due fattori di vulnerabilità rilevante, che certificano ad oggi una sostanziale inadeguatezza dei livelli di policy. La prima sfida riguarda il rilancio delle politiche abitative in risposta anche ai bisogni delle nuove generazioni per via del loro impatto sull’inclusione e sull’integrazione sociale. La seconda riguarda le politiche redistributive in grado di fronteggiare un divario sempre più marcato nella ricchezza delle famiglie e nell’elevata concentrazione del reddito. Questioni ineludibili che le amministrazioni locali sono chiamate ad affrontare con scelte programmatiche all’interno di una nuova visione di governance sovracomunale. Un senso che è rintracciabile nel saggio della Picerno che apre proprio dalla concezione democratica del potere pubblico quale ontologia dei comuni. Il riconoscimento delle autonomie locali nasce appunto dal principio del pluralismo degli enti costitutivi della Repubblica. Articolato è il processo politico istituzionale che tratta gli aspetti giuridici e normativi delle autonomie locali e che definisce l’attuale sistema di poteri amministrativo-territoriali. La finanza comunale tra patto di stabilità e federalismo è il tema argomentato da Autieri. Virtuosità e obiettivi finanziari diventano categorie sempre più determinanti nelle politiche fiscali. Politiche che si confrontano con la tendenza, sempre più evidente, verso un’accresciuta autonomia fiscale e verso una maggiore autonomia finanziaria che sanciscono, altresì, un’elevata responsabilità da parte degli enti locali tutti. A che punto sono le amministrazioni italiane di fronte alla necessità di equilibrio tra centro e periferia decisionale e di fronte alla necessità di superamento della frammentazione burocratica amministrativa delle autonomie locali in risposta alle pressioni federaliste? Andreani parte da questo interrogativo per trattare luci e ombre del modello federale all’italiana. Il funzionamento di un’organizzazione sociale è un concetto dinamico che deve giocoforza coevolvere in relazione ai cambiamenti socioeconomici e confrontarsi con le sfide che ne derivano. La staticità, invece, del nostro modello sembra proprio soffermarsi sul continuo dibattito dei nuovi assetti di potere tra i vari livelli istituzionali, perdendo di vista l’armonizzazione con le traiettorie evolutive descritte nel volume e, in ultima analisi, sfocando i reali impatti della riforma federalista su bisogni e preferenze sociali. Una sorta di asimmetria tra istanze politiche e necessità reali. Di taglio prettamente economicista è il saggio di Tortorella che parte dalla ricognizione dei caratteri socioeconomici dei comuni per giungere a una sistematizzazione delle leve della competitività locale che si fondano su un’eclettica combinazione tra regole, incentivi e servizi all’interno di un modello di sviluppo endogeno. In questo scenario il ruolo dell’amministrazione locale risiede nel garantire le precondizioni per lo sviluppo attraverso la semplificazione delle infrastrutture istituzionali, tenendo a mente la sfumatura progressiva dei caratteri territoriali e amministrativi in favore di una logica di sistema sovracomunale. E’ d’uopo, in tal senso, allargare il raggio d’intervento entrando in relazione con altri livelli istituzionali. E’ dalla necessità di una visione territoriale più ampia che si apre il saggio di Allulli e Tortorella. Il concetto di città, sempre più, sfugge ad una delimitazione meramente amministrativa, superando i confini del comuni sino a manifestare i cosiddetti fenomeni di metropolizzazione. Una città è, comunque, un insieme di relazioni tra attori eterogenei, un insieme che necessita di un processo di riterritorializzazione in virtù di fenomeni emergenti quali, appunto, le nuove scale urbane. Sono fenomeni di portata multidimensionale che chiedono risposte tanto economiche quanto politiche. Ai meccanismi di regolazione del sistema sovracomunale metropolitano sembrano sfuggire, ancora oggi, i problemi della legittimazione democratica, della necessità di un’autonomia finanziaria e dell’omogeneità di policy. Il sistema dei servizi pubblici è, invece, oggetto del saggio di Gargani e Sciandra che disamina si gli interventi di riscrittura normativa sulle public utilities che, contestualmente, il loro peso sull’economia locale. Il comparto presenta un elevato dinamismo e delle potenzialità economico-finanziarie che rivelano da un lato una maggior predisposizione ai canoni dell’efficienza e dall’altro marcati differenziali territoriali nelle regioni d’Italia. Gli ultimi due contributi del volume sono dedicati al tema delle risorse umane. Nello specifico, il saggio di Giorgio descrive la situazione degli amministratori comunali all’interno del processo federalista, argomentando il nuovo ruolo ad essi demandato con riferimenti quali-quantitativi. Mentre il secondo, ad opera di Minchillo e Testa, rimanda il tema all’interno dello scenario di crisi del sistema pubblico. Dalla struttura occupazionale descritta emerge la formazione quale strumento imprescindibile per soddisfare i bisogni sociali, dando risposte efficaci tanto a problemi contingenti quanto a problemi di lungo periodo. Entrambe i saggi richiamano l’attenzione verso un ripensamento complessivo degli assetti organizzativi e delle modalità operative.

I temi argomentati nel volume presentano numerosi spunti di riflessione il cui fil rouge risiede nella sfida che, oggi più che mai, i comuni italiani devono affrontare in quanto profondamente coinvolti tanto come destinatari quanto come laboratori ove sperimentare soluzioni istituzionali, sociali e organizzative.

Recensione di Alessandro Crociata