PRESENTAZIONE E POSTFAZIONE – Il sistema scuola. Autonomia, sviluppo e responsabilità nel lifewide learning, di Antonio Cocozza

05.05.2012

Presentazione del volume
Le riflessioni e le proposte contenute in questo volume nascono dai risultati di diverse ricerche empiriche condotte negli ultimi dieci anni e si propongono di sostenere un’effettiva implementazione dei principi dell’autonomia e della responsabilità nel sistema educativo italiano.
Sono rivolte a tutti gli attori che, a vario titolo, svolgono un ruolo importante nel funzionamento del sistema scolastico italiano: ai dirigenti scolastici e ai direttori dei servizi generali e amministrativi, ai docenti e alle figure di sistema, ai dirigenti dell’amministrazione scolastica, agli assessori e ai dirigenti delle regioni e delle autonomie locali, ai rappresentanti delle parti sociali.
Intendono coinvolgere anche i genitori che hanno a cuore l’obiettivo di migliorare le performances di apprendimento degli studenti e i risultati che l’intero sistema potrebbe raggiungere, mediante un’efficace modernizzazione delle politiche educative , delle culture e dei comportamenti organizzativi, così come previsto dal disegno istituzionale delineato nel nuovo Titolo V della Costituzione italiana.
Un obiettivo ambizioso e di non facile, lineare e immediato raggiungimento, come si configura lo stesso processo di apprendimento, irto di ostacoli posti da una cultura burocratica e centralistica ancora molto radicata, ma certamente affascinante e denso di una forte carica etica e di impegno personale, di tutte quelle persone animate da uno spirito di modernizzazione che quotidianamente popolano il mondo della scuola e quello dell’università.

Postfazione al volume
di Gian Candido De Martin
Direttore Osservatorio sulla scuola dell’autonomia
Luiss Guido Carli

Nel sistema scolastico italiano vi sono due grandi questioni di carattere generale aperte, alle quali non corrisponde un’adeguata attenzione non solo dei responsabili politico-istituzionali, che dovrebbero da tempo adottare decisioni appropriate, ma anche della letteratura specializzata. Quest’ultima, in particolare, si sofferma spesso su (pur importanti) aspetti riguardanti le dinamiche interne dei processi formativi (ordinamenti didattici, valutazioni, condizioni dei docenti, e via dicendo), trascurando però – o non approfondendo come sarebbe necessario – le cornici istituzionali e gli obiettivi di fondo che dovrebbero (ri)qualificare il sistema, in sintonia con esigenze diffusamente percepite tra gli operatori, ma non considerate con la dovuta chiarezza e coerenza, a differenza di quanto avviene in altri sistemi, come precondizioni decisive.
Il riferimento è innanzitutto al nodo dell’autonomia delle istituzioni scolastiche, che pur posto all’ordine del giorno delle scelte politiche fin dagli inizi degli anni ’90 non ha poi trovato svolgimenti adeguati nei provvedimenti legislativi e di governo, nonostante l’opzione esplicita per l’autonomia operata con l’art. 21 della riforma Bassanini del 1997 e il conseguente (ma già in parte reticente) regolamento sull’autonomia del 1999. Eppure l’autonomia significa potenzialmente una autentica rivoluzione sia nell’assetto istituzionale e gestionale delle scuole, in una prospettiva di un nuovo sistema nazionale di istruzione basato da un lato su norme generali comuni, ma destatalizzato e sburocratizzato (con compiti ministeriali circoscritti all’indirizzo e al supporto, anche ai fini di una valutazione di sistema indipendente, senza improprie gerarchie), dall’atro sulla valorizzazione dell’autogoverno delle singole comunità scolastiche, eventualmente ridimensionate sul piano quantitativo, con le loro diverse componenti, in dialogo con le altre istituzioni scolastiche (rafforzando le reti di scuole) e con le realtà vive e le attese del territorio, in base a modelli interattivi.
Una cultura educativa maggiormente orientata ai principi dell’autonomia e della responsabilità degli operatori delle singole comunità scolastiche è, d’altra parte, la precondizione per affrontare meglio l’altra questione generale aperta, ossia la sfida dell’adeguamento dei processi formativi, collegati ad un servizio pubblico (sempre più essenziale), nella duplice prospettiva della valorizzazione del merito e del sostegno all’inclusione sociale, tenendo conto dei crescenti problemi legati anche alle migrazioni e alle difficoltà dell’integrazione socio-culturale.
Questo volume di Antonio Cocozza, in cui sono raccolti suoi saggi significativi espressi nell’arco di più di un decennio di studi e ricerche condotti soprattutto nell’ ambito dell’Osservatorio sulla scuola dell’autonomia operante nel Centro Bachelet dell’Università Luiss, ha il merito indubbio di affrontare con decisione, in una chiave non solo di indagine sociologica, queste tematiche non certo facili, offrendo sui principali aspetti connessi sia incisivi spunti di riflessione sia indicazioni operative preziose per chi intenda affrontare finalmente queste grandi questioni del sistema formativo del nostro Paese. In particolare emergono considerazioni assai utili per discernere il senso sostanziale della centralità dell’autonomia delle istituzioni scolastiche, in rapporto sia alla complessiva revisione dell’assetto istituzionale e amministrativo della Repubblica a favore delle autonomie (territoriali e non territoriali), sia al superamento dell’ attuale assetto (ancora) piramidale dell’amministrazione scolastica, rispetto alla quale si pone l’esigenza di potenziare il più possibile una logica concreta di sussidiarietà e di responsabilità autonome, nonchè di partecipazione, anche attraverso le reti di scuole. Al tempo stesso emerge con chiarezza e lucidità il nesso tra una (corretta) prospettiva dell’autonomia delle istituzioni scolastiche e la possibilità di affrontare meglio – come sottolinea l’autore –“la grande emergenza odierna dell’esclusione, matrice di miseria e abbandono” – , essendo la scuola il luogo dove si dovrebbe, (anzitutto) imparare a stare con gli altri accettando e valorizzando le differenze, in una condizione utile specie per chi ha meno.
Complessivamente va, dunque, riconosciuto un merito indubbio a questo lavoro, che contribuisce a radicare una cultura della sussidiarietà e dell’autonomia come responsabilità diffusa, specie di chi ha compiti di rilevante interesse pubblico. Il che sottolinea (anche) il problema della formazione degli operatori coinvolti, a partire da quelli preposti a vario titolo all’attuazione e implementazione della riforma dell’autonomia delle comunità scolastiche. Al di là di pur commendevoli esempi di interpretazione e gestione positiva dell’autonomia realizzata in molti contesti scolastici, nonostante la carenza di adeguati supporti di sistema (come hanno rilevato i vari Rapporti sulla scuola dell’autonomia pubblicati dal suddetto Osservatorio della Luiss), c’è una essenziale questione di metodo che il volume evidenzia con chiarezza, ossia che le grandi riforme non possono essere soltanto pensate e prefigurate nelle norme, ma hanno bisogno anche di essere sostenute nel loro sviluppo creando le condizioni culturali e tecniche idonee per renderle effettive.

Alessandroa.baroni