I fondi strutturali 2007 2013 e la prossima politica di coesione

26.06.2006

Il 4 aprile 2006 è stato siglato un Accordo Interistituzionale tra Consiglio, Commissione e Parlamento europeo sulle Prospettive Finanziarie 2007-2013. In tale documento viene fissato il tetto di spesa per il prossimo settennio in 864,318 miliardi di euro. Di questa somma circa 310 miliardi vengono destinati alla politica di coesione: l’Italia ne beneficerà per un importo pari a 25,6 miliardi. Se infatti la fisionomia della politica di coesione dei prossimi anni è andata definendosi con sempre maggior chiarezza nel corso degli ultimi anni (si veda ad esempio la rimodellazione degli obiettivi secondo i nuovi criteri di convergenza, competitività e cooperazione) tutto il quadro finanziario – e non solo – è stato definito con chiarezza soltanto nelle ultime settimane.

L’accordo raggiunto rappresenta infatti la conclusione di un lungo negoziato che ha permesso di trovare un punto d’incontro non solo per la dotazione finanziaria da destinare alle politiche dell’UE, ed di conseguenza alla politica regionale, ma ha anche aperto la via all’accordo politico successivo, raggiunto in sede di Consiglio Europeo, sul pacchetto legislativo che disciplinerà la politica regionale europea e quindi il funzionamento dei fondi strutturali per il settennio indicato. Si tratta di 5 regolamenti che dovranno tornare al Parlamento Europeo secondo procedure legislative differenti: il regolamento sul Fondo sociale europeo (FSE), il regolamento sul fondo europeo di sviluppo regionale (FESR) e quello sul gruppo europeo di cooperazione territoriale (GECT) verranno sottoposti all’attenzione dell’assemblea parlamentare per la seconda lettura secondo procedura di codecisione mentre per gli ultimi due testi (regolamento generale ed il regolamento per il fondo di coesione) il Parlamento si esprimerà con un parere conforme. Una volta concluso l’iter e definiti con esattezza gli importi e le modalità di erogazione l’attenzione si sposterà sulla parte “esecutiva” della politica regionale, ossia sulla qualità della spesa dei fondi da parte delle Amministrazioni Pubbliche e dei vari soggetti interessati.

Il complesso processo che ha portato a tale assetto della politica di coesione è stato ricostruito venerdì 26 maggio dall’ambasciatore Rocco Antonio Cangelosi, rappresentante permanente d’Italia presso l’Unione Europea, in occasione di un incontro con l’associazione federativa delle imprese di consulenza direzionale ed organizzativa, Assoconsult, presso la sede di Confindustria in Roma.

Tema dell’incontro è stata la nuova politica di coesione europea per il prossimo settennio 2007-2013 a fronte della conclusione dei negoziati in seno al Consiglio Europeo sui regolamenti che disciplinano i fondi strutturali. Nel suo intervento l’ambasciatore ha ripercorso la lunga e complessa trattativa che si è articolata nei mesi passati. All’interno dei negoziati l’Italia è riuscita a difendere non solo i propri interessi ma soprattutto un concetto di coesione economica e sociale incentrata sul valore aggiunto comunitario che ne esalta il dato soprannazionale contro le spinte individualiste spesso manifestate da alcuni Stati Membri. L’Italia ha avuto in particolare il merito di riuscire a parlare con una sola voce, a presentarsi al tavolo del negoziato dotata di una forte coesione interna maturata dopo un confronto tra tutti gli attori nazionali interessati.
” Il nostro paese – a detto l’Ambasciatore – ha motivo di essere soddisfatto del risultato raggiunto, a riprova di ciò è sufficiente citare un dato su tutti. Per il nuovo obiettivo 1 convergenza, il più importante in termini economici, l’Italia avrà diritto a circa 19 miliardi di euro pari a quanto previsto dalla proposta iniziale della Commissione che prevedeva però un pacchetto complessivo destinato alla politica di coesione di circa il 10% più elevato”.

All’Ambasciatore abbiamo chiesto se fossero stati fatti dei progressi rispetto all’attuale quadro regolatorio che facilitassero la gestione delle risorse comunitarie. ” Passi avanti – ha precisato l’Ambasciatore – sono stati compiuti in termini di semplificazione delle procedure e di istituzione di meccanismi di premialità per quelle amministrazioni che gestiscono al meglio le risorse comunitarie”.

a cura di Davide Maria Damiani