Quadro di valutazione del mercato interno: migliore risultato complessivo mai conseguito

21.02.2006

In base all’ultimo quadro di valutazione del mercato interno della Commissione europea, gli Stati membri hanno registrato il miglior risultato finora conseguito nell’attuazione delle regole del mercato interno nella legislazione nazionale. In media solo l’1,6% delle direttive sul mercato interno per le quali il termine di attuazione è scaduto non è a tutt’oggi recepito. Una cifra inferiore rispetto all’1,9% registrato nel luglio 2005 (IP/05/961) e molto vicina all’obiettivo a medio termine concordato dai capi di Stato e di governo. Sono stati compiuti progressi individuali dai “vecchi” e dai “nuovi” Stati membri, ma nel complesso i “nuovi” Stati membri, con un deficit medio dell’1,2%, stanno ottenendo risultati migliori rispetto ai “vecchi”. Troppo spesso, tuttavia, gli Stati membri non applicano correttamente le regole del mercato interno: solo cinque Stati membri sono riusciti a ridurre il numero delle procedure d’infrazione avviate nei loro confronti. Il testo integrale dell’ultimo quadro di valutazione del mercato interno è disponibile all’indirizzo: http://europa.eu.int/comm/internal_market/score/index_en.htm

Charlie McCreevy, commissario per il Mercato interno e i servizi, ha dichiarato: “Si tratta di un risultato eccellente, che dimostra come gli Stati membri si impegnino sempre più a far funzionare il mercato unico, elemento cruciale nella strategia per la crescita e l’occupazione. Invito quindi gli Stati membri a persistere su questa strada ed esorto i paesi rimasti indietro a raddoppiare i loro sforzi. Mi auguro che quando si pubblicherà il prossimo quadro di valutazione potrò congratularmi con tutti quanti per aver superato la barriera dell’1,5%.”
Recepimento delle direttive pertinenti al mercato interno
– Alla fine del 2005 il deficit di recepimento, ovvero la percentuale delle direttive pertinenti al mercato interno che non era stata recepita nel diritto nazionale, era pari all’1,6% per i 25 Stati membri dell’UE. È questo il miglior risultato finora conseguito da quando si sono iniziati i controlli nel 1997.
– Si tratta tuttavia di un risultato che non coincide ancora con l’obiettivo a medio termine dell’1,5% fissato dai capi di Stato e di governo.
– 17 Stati membri hanno raggiunto tale obiettivo. Ancora una volta è la Lituania a registrare il deficit più basso, seguita da Danimarca, Ungheria, Finlandia, Polonia e Svezia.
– 3 Stati membri, Francia, Belgio e Irlanda, si avvicinano all’obiettivo dell’1.5%.
– La Repubblica ceca e l’Italia sono ancora a una certa distanza dal raggiungerlo, sebbene siano avanzate a grandi passi rispetto all’ultimo quadro di valutazione.
– Il Portogallo ha ancora parecchia strada da fare e i progressi realizzati negli ultimi sei mesi sono modesti.
– Il deficit del Lussemburgo e della Grecia è aumentato rispetto sei mesi fa.

– Sebbene i progressi individuali siano distribuiti in modo uniforme tra “vecchi” e “nuovi” Stati membri, quest’eccellente risultato è in gran parte dovuto agli sforzi dei “nuovi” Stati membri, il cui deficit di recepimento è pari a 1,2%, a fronte dell’1,9% per i “vecchi”. Tra gli otto paesi che non hanno raggiunto l’obiettivo dell’1,5%, sette sono “vecchi” Stati membri.
Recepimento delle direttive attinenti al piano d’azione per i servizi finanziari (FSAP) – Punto della situazione
– Cinque Stati membri hanno già recepito nel diritto nazionale tutte le direttive sui servizi finanziari il cui termine di recepimento è scaduto: Danimarca, Estonia, Lettonia, Austria e Polonia.
– Seguono la Germania, l’Irlanda, la Lituania, l’Ungheria, la Repubblica slovacca e la Finlandia, a cui resta ancora una direttiva da recepire.
– In linea con il risultato globale, Lussemburgo e Grecia sono all’ultimo posto. I progressi modesti compiuti dal Portogallo negli ultimi sei mesi non si riflettono nel settore dei servizi finanziari, dal momento che questo paese registra il numero maggiore di direttive non recepite in questo settore.
Infrazioni
– La strategia per il mercato interno 2003-2006 invitava gli Stati membri a dimezzare il numero di casi d’infrazione entro il 2006, ma solo cinque Stati membri – Francia, Belgio, Austria, Irlanda e Paesi Bassi – sono riusciti a ridurre negli ultimi tre anni il numero delle procedure d’infrazione avviate nei loro confronti. Se si considera l’insieme degli Stati membri, il numero delle procedure d’infrazione è aumentato.
– Nessuno Stato membro riuscirà inoltre a far sì che entro il 2006 i casi d’infrazione siano la metà rispetto al 2003.
– Dato che la Commissione ha iniziato per la prima volta nel 2004 a controllare i problemi connessi all’applicazione scorretta delle regole del mercato interno nei “nuovi” Stati membri, non è possibile raffrontare le cifre relative a questi paesi con quelle dei “vecchi” Stati membri. Pur tuttavia, l’elevato numero di procedure d’infrazione contro la Polonia, Malta e la Repubblica ceca paiono suggerire che vi sono in questi paesi difficoltà d’applicazione della legislazione relativa al mercato interno, alle quali occorre porre rimedio.
Vantaggi del mercato interno e importanza dell’attuazione
Il mercato interno svolge un ruolo fondamentale nella realizzazione dell’obiettivo che l’UE si è fissata in materia di crescita e occupazione. Ha creato milioni di posti di lavoro e generato miliardi di euro di ricchezza in più. Grazie ad esso, i cittadini dell’UE hanno una più ampia scelta di beni e servizi di qualità e dispongono di una maggiore libertà per viaggiare, lavorare, studiare e stabilirsi in un altro paese dell’UE. Il mercato interno consente inoltre di assegnare le risorse in modo più efficace e offre alle imprese migliori opportunità commerciali. Non può tuttavia realizzare pienamente il suo potenziale se la legislazione concordata a livello europeo non è effettivamente recepita e applicata da tutti gli Stati membri.

a cura di Antonio Barreca


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