Il Parlamento europeo approva il Rapporto Boge sulle prospettive finanziarie dell’Unione 2007-2013

10.06.2005

Con 426 voti favorevoli, 140 contrari e 122 astensioni, il Parlamento europeo, riunito in seduta plenaria a Strasburgo, ha adottato la relazione d’iniziativa di Reimer BÖGE (PPE/DE, DE) che definisce gli importi che saranno difesi dal Parlamento nei negoziati con il Consiglio in merito alle prossime prospettive finanziarie. Senza l’accordo tra il Parlamento europeo e il Consiglio sul pacchetto finanziario, ammoniscono i deputati, «non saranno adottate prospettive finanziarie». I deputati, che accolgono «con relativo favore» le proposte della Commissione, considerandole «una base accettabile per l’analisi e i negoziati futuri», propongono crediti di pagamento pari all’1,07% del Reddito Nazionale Lordo (883 miliardi di euro per tutto il periodo) e 1,18% dell’RNL in crediti di impegno (975 miliardi di euro).
Il Parlamento attira inoltre l’attenzione del Consiglio su alcune priorità politiche che ritiene particolarmente importanti e che devono essere considerate nel quadro finanziario al fine di riflettere «le crescenti ambizioni» dell’Europa allargata e consentirle di far fronte alle «sempre maggiori responsabilità interne e esterne». A titolo di «opzioni per alternative», formulano quindi una serie di osservazioni che prevedono anche delle riallocazioni di spese. La proposta della Commissione, prevede tassi pari all’1,14% per i crediti di pagamento (943 miliardi di euro) e all’1,24% in crediti di impegno (1.022 miliardi di euro), mentre l’ultima proposta di compromesso della Presidenza del Consiglio prevede l’1,06% in crediti d’impegno (circa 873 miliardi di euro). A larga maggioranza, l’Aula ha respinto due risoluzioni alternative presentate dai Verdi e dal gruppo GUE/NGL.
Rispetto alla proposta dell’Esecutivo, il Parlamento ha scelto di non integrare il Fondo europeo di Sviluppo (FES, 21,876 miliardi di euro) all’interno del quadro finanziario, temendo che la sua inclusione possa inficiare le dotazioni della altre politiche. Inoltre, propone di creare una serie di riserve al di fuori del quadro finanziario al fine di poter affrontare delle situazioni impreviste o difficilmente programmabili in anticipo (coesione, aiuti d’urgenza, fondo di solidarietà, fondo di garanzia) e agevolare l’adattamento economico dell’Unione nel campo della competitività. Questa strategia mira a garantire una maggiore flessibilità nel funzionamento dell’Unione e ad agire meglio nel quadro della Strategia di Lisbona. Se questi importi fossero stati integrati, la proposta della commissione temporanea sarebbe praticamente equivalente a quella dell’Esecutivo (-0,01%).
Schematicamente, la relazione prevede i seguenti importi per i crediti di impegno di ogni singola rubrica e per tutto il periodo di programmazione:
– Crescita sostenibile – coesione, crescita e occupazione: 459 miliardi di euro
– Conservazione e gestione delle risorse naturali: 396,2 miliardi di euro
– Cittadinanza, libertà sicurezza e giustizia: 19,4 miliardi di euro
– L’UE come partner globale: 70,6 miliardi di euro
In linea generale, i deputati si dicono consapevoli «del difficile contesto politico, economico e sociale in cui si trovano numerosi Stati membri», ma ricordano che il bilancio comunitario è cresciuto decisamente meno dei bilanci nazionali dell’UE-15 tra il 1996 e il 2002 (8,2 % contro 22,9%). Inoltre, colgono l’occasione per sottolineare che il massimale delle risorse proprie stabilito nel 1993 per 15 Stati membri è rimasto da allora invariato e che il bilancio dell’UE ha un’incidenza inferiore al 2,5% sulla spesa pubblica complessiva dell’Unione, «a fronte di una media del 47% dell’RNL dell’UE per la spesa pubblica totale».
D’altra parte, il Parlamento ritiene che i costi dell’allargamento devono essere affrontati in modo equo e paritario e, potendo «essere sostenuti benissimo» dai 15 vecchi Stati membri dell’UE, «devono essere considerati il minimo, tenendo conto dei benefici politici, sociali ed economici che la riunificazione dell’Europa comporta per tutta l’Unione». I deputati si dicono poi convinti che le prospettive finanziarie possano permettere uno sviluppo equilibrato delle risorse finanziarie destinate all’Unione a condizione che vengano utilizzate per azioni con un vero valore aggiunto europeo. Esse inoltre dovranno ottimizzare la concentrazione e la complementarità con azioni svolte a livello nazionale «per limitare, quanto più possibile, l’onere sui contribuenti», ed essere spese nell’ottica di una sana gestione finanziaria.
Infine, ribaltando quanto votato dalla commissione temporanea, su proposta di deputati italiani provenienti da diversi gruppi, la relazione si dice favorevole alla proposta dell’Esecutivo di definire un quadro finanziario settennale. La maggioranza dei deputati, infatti, ritiene che un periodo più breve «non sia fattibile dal punto di vista tecnico e politico» e che una programmazione a più lungo termine contribuisce alla stabilità del sistema, «agevolando nel contempo la pianificazione della politica di coesione» e di altri strumenti di bilancio
Più in dettaglio ecco cosa suggeriscono i deputati per ogni singola rubrica.
Rubrica 1: Crescita sostenibile(459 miliardi di euro)
Questa rubrica comprende, tra le altre cose, la politica regionale, la ricerca, l’istruzione e la formazione, la politica sociale e le reti transeuropee.
La Politica regionaleè considerata dai deputati «uno strumento indispensabile per promuovere la coesione sociale economica e territoriale» e ne sottolineano l’importanza per il conseguimento degli obiettivi di Lisbona. L’esistenza di una politica regionale europea forte e dotata di sufficienti risorse finanziarie è, a loro parere, «una condizione sine qua non perché l’Unione possa affrontare i successivi allagamenti e ridurre le discrepanze regionali».
A tal fine, ritengono che vada conservata la struttura basilare della programmazione a tre pilastri con la relativa proporzionalità e reputano pertanto adeguati gli importi dello 0,41% dell’RNL dell’Unione e del 4% dell’RNL dei nuovi Stati membri. A condizione, però, che gli Stati membri «possano garantire la realizzazione degli interventi a integrazione delle misure nazionali e regionali e che sia messo a disposizione un cofinanziamento corrispondente» (ricorrendo a fondi pubblici e privati).
I deputati si dicono inoltre determinati a controllare la rigorosa applicazione, da parte della Commissione, della regola N+2 nell’ambito dei fondi strutturali. D’altra parte, prepongono un meccanismo di transizione che consenta alle regioni interessate dall’effetto statistico di continuare a beneficiare di un sufficiente sostegno comunitario, «in quanto nessuna regione dovrebbe ritenere di essere stata penalizzata dall’allargamento». Inoltre, adottando un emendamento proposto dal PPE-DE, i deputati chiedono che le regioni di transizione, in particolare dell’obiettivo 1 e 2, ricevano «un sostegno adeguato» e ottengano «un trattamento preferenziale nell’applicazione delle norme sugli aiuti di Stato».
In merito alla Ricerca, il Parlamento sottolinea che essa costituisce «il fulcro dell’economia basata sulla conoscenza» e rappresenta un fattore fondamentale «per la crescita e lo sviluppo sostenibile, la competitività delle imprese, l’occupazione e la realizzazione degli obiettivi della strategia di Lisbona». Pertanto, gli sforzi in materia di ricerca dovrebbero essere potenziati e consolidati a livello europeo. Le attuali prospettive finanziarie devono inoltre contribuire in modo sostanziale a raggiungere l’obiettivo definito dal Consiglio europeo di Barcellona del 2002 per un aumento della spesa per R&S al 3% dell’RNL dell’UE entro il 2010.
In proposito, nel ritenere che gli strumenti finanziari debbano essere rielaborati in modo più preciso e mirato, i deputati reputano che l’istituzione di un programma ambizioso per la competitività e l’innovazione dotato di risorse finanziarie adeguate «sia di vitale importanza» per sostenere una politica industriale orientata verso la prosperità, in particolare per le PMI. Alla Commissione, inoltre, è chiesto di proporre uno snellimento delle sue procedure finanziarie al fine di agevolare l’attuazione della politica di ricerca.
In merito alle Reti transeuropee, la relazione accoglie favorevolmente la proposta della Commissione sui progetti prioritari TEN-T, sottolineandone l’importanza strategica «per un definitivo consolidamento del mercato interno». Tuttavia rileva che le risorse destinate ai 30 progetti prioritari nel settore dei trasporti, e il programma Marco Polo, «costituiscono un importo minimo che va considerato suscettibile di revisione al rialzo».
I deputati chiedono un finanziamento adeguato per lo sviluppo delle interconnessioni dei trasporti e delle infrastrutture comuni condivise dai paesi e insistono che questo «dovrebbe essere subordinato alla garanzia, da parte degli Stati membri, di un adeguato finanziamento a livello nazionale e di un idoneo accesso alla rete da parte delle regioni interessate».
Nell’osservare che il nuovo regolamento prevede anche infrastrutture di finanziamento nel programma TEN-E (energia), a differenza del precedente quadro 2000-2006, i deputati sono del parere che nell’ambito di tale programma il sostegno vada incentrato sugli studi e propongono una riassegnazione interna di 200 milioni di euro dalla TEN-E all’Agenda sociale.
Anche per quanto riguarda l’Istruzione e la formazioneil Parlamento reputa che la proposta di dotazione rappresenti «il minimo assoluto necessario per la realizzazione degli obiettivi comunitari». Esso, infatti ritiene che l’apprendimento lungo tutto l’arco della vita costituisca «una delle massime priorità» ed «un fattore fondamentale per la crescita, l’inclusione sociale e la competitività». Sottolineando poi la necessità di rafforzare le mobilità degli studenti in tutta l’Unione e accogliendo positivamente il consolidamento in un unico strumento, i deputati sostengono che, per conseguire gli obiettivi del programma, occorra aumentarne di 670 milioni di euro la dotazione.
Rubrica 2: Conservazione e gestione delle risorse naturali (396,2 miliardi di euro)
Questa rubrica comprende, principalmente, la politica agricola, lo sviluppo rurale, la politica della pesca e la protezione dell’ambiente.
Riguardo alla Politica agricola comune(PAC), i deputati osservano che, secondo le proposte della Commissione, il volume degli stanziamenti destinati all’agricoltura scenderà dal 45% nel 2007 al 35% nel 2013. Tuttavia, pur notando che si tratta di un aumento nominale limitato al 3% nel corso del periodo, reputano che esso continui a rappresentare «un volume sproporzionato di stanziamenti che sarà persino più elevato se alcune politiche verranno ridotte rispetto ad altre».
Inoltre, respingendo «ogni tentativo di rinazionalizzare la PAC», i deputati temono che, in assenza di un accordo politico e finanziario, rimanga in dubbio il finanziamento delle misure relative al mercato e dei pagamenti diretti a favore della Bulgaria e della Romania al di sopra del massimale convenuto dal Consiglio nel 2002 per un’Unione a 25. Pertanto, al fine di garantire il livello di sostegno fissato, propongono che se le esigenze superano le previsioni «si debba dare il via alla possibilità di un processo di introduzione progressiva del cofinanziamento obbligatorio nell’ambito dell’UE a 15».
I deputati appoggiano un aumento sostanziale dei fondi destinati allo Sviluppo rurale per affrontare i problemi dell’occupazione e della competitività nelle aree rurali e reputano che investire in delle aree «implichi anche un sostegno alle imprese che promuovono la diversificazione di tali zone». La proposta della Commissione per la dotazione del nuovo Fondo di sviluppo rurale, a loro parere, è «estremamente limitata» e, pertanto, costituisce «un minimo assoluto».
D’altra parte, il Parlamento, plaude all’approccio della Commissione volto a integrare Natura 2000 nel Fondo di sviluppo rurale e nei Fondi strutturali, ma insiste, a tale riguardo, su un meccanismo giuridicamente vincolante «che garantisca una adeguata attuazione e assicuri un finanziamento comunitario» al programma per un importo di 21 miliardi di euro.
Rubrica 3: Cittadinanza, libertà sicurezza e giustizia(19,4 miliardi di euro)
Tale rubrica comprende, principalmente, le politiche in materia di asilo e immigrazione, frontiere esterne e sicurezza, giustizia e diritti fondamentali, cultura e gioventù, cittadinanza.
Il completamento dello Spazio di libertà, sicurezza e giustizia è, per i deputati, una delle priorità politiche e ritengono che lo stanziamento proposto per tale settore (pari a circa 2/3 dei finanziamenti previsti nella proposta rubrica 3), seppur rappresenti un aumento sostanziale, «potrebbe non essere sufficiente a coprire le necessità e le ambizioni dell’Unione europea in materia definite dal Parlamento europeo e dal Consiglio».
Essi, infatti, reputano necessario un aumento di 1 miliardo di euro per conseguire gli obiettivi del Parlamento e ritengono, inoltre, che alla rubrica 3 «debba essere lasciato un margine sufficiente per far fronte a esigenze impreviste e a nuovi sviluppi». L’aumento dei crediti dovrebbe essere concesso prioritariamente a Europol e Eurojust, tenuto conto della priorità attribuita alla lotta contro il crimine organizzato e il terrorismo.
Ritenendo prioritario il programma Gioventù in azione, il Parlamento accoglie con favore la proposta di razionalizzazione degli strumenti comunitari in tale settore e ritiene che, per conseguire gli obiettivi del programma, sia necessario aumentare il relativo importo da 811 milioni di euro a 1 miliardo di euro.
I deputati inoltre vedono con favore la razionalizzazione degli strumenti comunitari in campo culturaleprevista dalla proposta della Commissione (Cultura 2007). Tuttavia, nel deplorare «che attualmente si spendano per le arti appena 7 centesimi pro capite del bilancio comunitario», la relazione ritiene necessario portare l’attuale importo di 360 milioni di euro a 500 milioni di euro.
Giova, infine, sottolineare che i deputati sottolineano l’esigenza per l’Unione di rendere disponibili le risorse necessarie a sostenere un’efficace strategia d’informazione e comunicazione«intesa a spiegare ai cittadini il funzionamento delle istituzioni, che sono al loro servizio, e i motivi per cui perseguono determinati obiettivi politici».
Rubrica 4: L’UE come partner globale(70,6 miliardi di euro)
Questa rubrica riguarda soprattutto la PESC, la politica di vicinato, la cooperazione e l’aiuto umanitario.
Deplorando la «pressione» che subisce tradizionalmente tale rubrica dal punto di vista degli stanziamenti, i deputati insistono affinché alle azioni esternevenga garantito «un livello di finanziamenti sufficiente a consentire all’UE di divenire un vero “partner globale” nel mondo e a dotarla delle risorse adeguate alle sue ambizioni politiche e ai suoi impegni internazionali». La relazione, inoltre, segnala la necessità di un elevato livello di flessibilità e di un margine sufficiente in caso di eventi imprevisti. L’Aula, inoltre, chiede che la distribuzione dei fondi PESC rientri nell’ambito del bilancio dell’Unione e sia quindi posto sotto l’autorità del Parlamento.
I deputati si dicono fermamente convinti della necessità di aumentare le risorse finanziarie per approfondire le relazioni con i paesi vicini e fornire un adeguato livello di finanziamenti per i paesi candidati potenziali e per i paesi candidati, «in modo da garantire loro un trattamento corretto ed equo». D’altra parte, richiamano l’attenzione sul fatto che le risorse disponibili per le relazioni dell’Unione con i paesi in via di sviluppovanno considerate «appena sufficienti per onorare l’impegno europeo» di aiutare tali paesi a raggiungere gli Obiettivi di sviluppo del Millennio entro il 2015. Essi, infine, accogliendo con favore l’imminente istituzione di un servizio europeo per l’azione esterna, insistono sul fatto che i suoi costi amministrativi devono rientrare interamente nel bilancio dell’UE.
La relazione chiede quindi un aumento di 2,5 miliardi di euro e una riassegnazione di 1,5 miliardi, in particolare per lo strumento di preadesione e per lo strumento di vicinato e partenariato, per finanziare le crisi e riconfigurare la politica estera.
Flessibilità e riserve
Lo strumento di flessibilità, indispensabile a far fronte agli imprevisti, dovrà essere rivisto e la sua dotazione aumentare fino a 500 milioni di euro all’anno (contro i 200 attuali). Questo nuovo strumento, che i deputati ritengono una parte «non negoziabile» dell’accordo interistituzionale, sarebbe finanziato attraverso una riprogrammazione all’interno di ogni rubrica del bilancio, con lo storno di crediti non utilizzati o con l’apporto di nuovi crediti qualora le due opzioni precedenti non fossero percorribili.
Per quanto riguarda le riserve, il Parlamento propone la creazione di una riserva per la competitività (massimo 7 miliardi di euro, in sostituzione del Fondo d’adeguamento per la crescita), una riserva per la coesione (3 miliardi), l’aiuto d’emergenza (1,5 miliardi) e il Fondo di solidarietà (6,2 miliardi).

Link utili
Comunicazione della Commissione – Costruire il nostro avvenire comune. Sfide e mezzi finanziari dell’Unione allargata 2007-2013.
Comunicazione della Commissione – Prospettive finanziarie 2007 – 2013.
Proposta di rinnovo accordo interistituzionale sulla disciplina di bilancio e il miglioramento della procedura di bilancio
Comunicazione della Commissione – Proposta di Decisione del Consiglio relativa al sistema delle risorse proprie delle Comunità europee e Proposta di Regolamento del Consiglio che definisce le misure di esecuzione della correzione degli squilibri di bilancio in conformità degli articoli 4 e 5 della decisione del Consiglio del (…) relativa al sistema delle risorse proprie delle Comunità europee.
Relazione della Commissione sul funzionamento del sistema di risorse proprie.
Risoluzione del Parlamento europeo sulle prospettive finanziarie in vista del Consiglio europeo del dicembre 2004.
Decisione del Parlamento europeo sulla costituzione di una commissione temporanea sulle sfide politiche e le risorse di bilancio dell’Unione europea allargata 2007-2013.
Risoluzione del Parlamento europeo sulla comunicazione della Commissione al Consiglio e al Parlamento europeo “Costruire il nostro avvenire comune: Sfide e mezzi finanziari dell’Unione allargata 2007-2013”
Accordo interistituzionale sulla disciplina di bilancio del 1999.

Bruxelles, 10/06/05

f.cherubini