Codice unico di autoregolamentazione per la tutela dei minori. Il 28 gennaio 2003 si è insediato ufficialmente il comitato di controllo

10.03.2004

Il 29 novembre 2002 è stato sottoscritto dal Ministero, dagli operatori televisivi e dalle associazioni interessate il “Codice unico di autoregolamentazione per la tutela dei minori”, elaborato dalla Commissione ministeriale per l’assetto del sistema radiotelevisivo (Commissione Baldoni) con il contributo dei soggetti firmatari. Tale nuovo codice ha la precipua finalità di rendere il vigente sistema dei controlli convenzionali più efficace, organico e soprattutto univoco, superando la frammentazione determinata da numerosi codici preesistenti, che si sono dimostrati scarsamente efficaci. Il codice introduce, per la prima volta, un sistema sanzionatorio su cui vigila un Comitato di controllo composto da 15 membri (5 in rappresentanza delle emittenti, 5 delle istituzioni e 5 delle associazioni di utenti). Il Comitato si è ufficialmente insediato il 28 gennaio 2003.
Il Ministero, attraverso il Centro Nazionale per il Controllo delle Emissioni Radioelettriche, ha avviato una piena e proficua collaborazione con il Comitato per la tutela dei minori per realizzare la registrazione, nelle fasce orarie indicate dalla legge, delle trasmissioni di tutte le televisioni nazionali sia pubbliche che private, consentendo di mettere a disposizione del Comitato, in tempi rapidissimi, le registrazioni di programmi che sono oggetto di segnalazione per presunte violazioni del codice di autoregolamentazione.
Il 14 gennaio 2004 al Convegno “Se va in onda la Tv”, organizzato alla Residenza di Ripetta a Roma dal Comitato di applicazione del Codice di Autoregolamentazione Tv e minori, è stato presentato, alla presenza del Ministro delle Comunicazioni, il consuntivo del primo anno di applicazione del Codice.
Nel primo anno di attività il Comitato ha ricevuto dagli utenti più di 350 segnalazioni di violazione delle norme contenute nel Codice ed ha aperto 90 istruttorie accertando 29 violazioni. Le relative risoluzioni sono state subito trasmesse all’Autorità per le garanzie delle comunicazioni, alla quale spetta aprire i procedimenti per poter applicare le sanzioni previste dalla legge Mammì (che rimane il testo legislativo di riferimento con le modifiche che, quando sarà approvata, verranno dalla  legge di riassetto del sistema radiotelevisivo). Sulla base delle delibere trasmesse dal Comitato l’Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni ha a sua volta aperto 13 procedimenti sanzionatori. Su prescrizione del Comitato, inoltre, per 8 programmi sanzionati la rispettiva emittente ha dovuto dar notizia nelle sue trasmissioni dell’intervento a proprio carico.
A tutto questo sono da aggiungere le raccomandazioni del Comitato (a dicembre 2003 erano 24), non irrilevanti, se si pensa che, per fare due esempi, hanno riguardato l’età minima dei concorrenti al prossimo Festival di Sanremo e hanno determinato lo spostamento di una serie di telefilm dalla “fascia protetta” prevista dal Codice di  autoregolamentazione.
E ancora ci sono gli interventi sulla programmazione dei film. Il Comitato ha espresso l’orientamento di non ritenere sufficiente per la trasmissione televisiva il nulla osta per la visione nelle sale cinematografiche, né il bollino rosso che segnali che il film è rivolto a un pubblico adulto.
Un altro importante risultato conseguito in questo primo anno di vita dal Comitato è quello di essere riuscito ad ottenere da parte di due grandi emittenti nazionali la trasmissione in diretta delle scuse ai telespettatori per alcune programmazioni (e una è il Grande Fratello) in violazione del Codice.
Questi rappresentano importanti segnali di una inversione di tendenza che il Codice di autoregolamentazione è riuscito ad attivare per creare una “cultura” della programmazione televisiva maggiormente rispettosa dei diritti dei minori. D’altra parte, questo è un settore dove sicuramente le sanzioni sono importanti, ma ancora di più lo è la creazione di una sensibilità nuova che faccia in modo che nel  confezionamento dei programmi per la tv e nella produzione di opere audiovisive in generale si tenga maggiormente conto della centralità del minore. Per questo motivo si è  scelta la strada dell’autoregolamentazione che parte dal coinvolgimento di chi sta a monte del processo di comunicazione: le emittenti televisive e le loro associazioni più rappresentative.
A rafforzare l’attività di tutela svolta dal  Comitato, comunque, nella legge di riassetto del sistema radiotelevisivo (questa parte della legge non è stata toccata dal messaggio di rinvio alle Camere del Presidente della Repubblica del 15 dicembre 2003 ed è stata confermata nel testo attualmente all’esame della Camera) è stata prevista l’applicabilità delle sanzioni previste dalla legge Mammì anche alle violazioni delle norme  contenute nel Codice. In tal modo si allarga la possibilità della tutela finora consentita dalla legge Mammì, considerata la maggiore ampiezza di contenuto e il migliore dettaglio di previsione delle norme di autoregolamentazione. Inoltre la nuova legge aumenta l’entità delle sanzioni pecuniarie che possono essere irrogate: non più dai 10 ai 100 milioni di lire, ma dai 25.000 ai 350.000 euro.
a cura di Davide Della Penna