Il Centro di ricerca sulle amministrazioni pubbliche “Vittorio Bachelet” istituisce l’Osservatorio sulla scuola dell’autonomia

01.07.2001

1. FINALITÀ E OBIETTIVI DELL’OSSERVATORIO
In linea con l’impegno di ricerca e formazione, profuso in questi anni sulle problematiche relative all’evoluzione del sistema scolastico, l’Università Luiss Guido Carli ha istituito l’Osservatorio sulla scuola dell’autonomia, nell’ambito dell’attività del Centro di ricerca sulle amministrazioni pubbliche “Vittorio Bachelet”.
L’Osservatorio sulla scuola dell’autonomia si propone di perseguire i seguenti obiettivi:
1. Attivazione di un Laboratorio per l’autonomia, composto da una Rete da 52 referenti territoriali, con il compito di analizzare, monitorare e favorire il confronto e la crescita della cultura e degli strumenti dell’autonomia nelle diverse realtà delle Istituzioni scolastiche;
2. Elaborazione di un Rapporto annuale sullo stato di implementazione delle riforme nel sistema scolastico ed educativo, in cui si analizzano le tendenze di evoluzione del sistema, ma si pongono in evidenza anche le principali criticità e le principali best practices (le pratiche organizzative più virtuose), sulla base di quanto sarà prodotto dai focus group attivati nell’ambito dell’attività del Laboratorio;
3. Elaborazione di studi, papers e pubblicazioni di carattere monografico, su aree tematiche connesse con i fini istituzionali dell’Osservatorio e ritenute di particolare interesse da parte del Comitato Scientifico.
Le aree tematiche su cui s’intende svolgere l’attività di analisi, monitoraggio e confronto, attraverso strumenti scientifici e di ricerca mirati, quali lo studio documentale, la somministrazione e l’elaborazione di questionari ad hoc – rivolti ad un campione di oltre 1000 scuole espressione dell’insieme del panorama nazionale- interviste a testimoni privilegiati e realizzazione di focus group, nell’ambito delle diverse iniziative promosse dall’Osservatorio sono:
– Interpretazione, esercizio e livelli di radicamento dell’autonomia;
– Nuova mission e riorganizzazione dell’amministrazione scolastica;
-Riforma degli ordinamenti scolastici;
– Sviluppo della cultura dell’organizzazione;
– Sviluppo della cultura della valutazione;
– Ruolo del Dirigente Scolastico nella gestione dell’istituto.

2. LA RICERCA SUL CAMPO PER L’ELABORAZIONE DEL I RAPPORTO ANNUALE SULL’AUTONOMIA SCOLASTICA
Il I Rapporto annuale, che sarà presentato il prossimo febbraio 2002, si dovrebbe articolare in tre diverse Sezioni, tendenti ad analizzare specifici aspetti dell’autonomia scolastica: le linee di tendenza generali del sistema scolastico e le modalità applicative dell’autonomia; le Best practices, le esperienze e i case analysis, in cinque scuole virtuose; quattro argomenti (trasversali) particolarmente critici per il prossimo anno scolastico.
In linea con questa impostazione, sono state individuate le due direttrici principali nelle quali si è articolata l’attività di monitoraggio e la ricerca sul campo necessaria per l’elaborazione del I Rapporto annuale, realizzata operativamente nei mesi di settembre e ottobre scorso. Esse sono rappresentate essenzialmente dall’analisi delle linee di tendenza generali del sistema scolastico e delle modalità applicative dell’autonomia, effettuata attraverso la somministrazione di un questionario rivolto ad un campione (di circa 1000 scuole) e dall’analisi delle esperienze di Best practices, riservata invece alle scuole della Rete.
Nella prima settimana di novembre si è conclusa la fase di la raccolta dei questionari ed è iniziata l’attività di analisi, lettura e interpretazione sia dei dati e delle tendenze (quantitative) emerse dai questionari rivolti al campione, sia delle tendenze qualitative evidenziate dall’indagine sulle Best Practices.

2.1. L’INDAGINE CONOSCITIVA SULLE LINEE GENERALI DI TENDENZA DEL SISTEMA SCOLASTICO
Questa prima indagine si propone di analizzare le modalità operative attraverso le quali la singola scuola ha interpretato e attuato concretamente le nuove opportunità offerte dal Regolamento dell’autonomia (D.P.R. 275/99) agli organi di governo dell’istituzione scolastica, focalizzando l’attenzione sugli snodi essenziali di possibili strategie rivolte a utilizzare nel quotidiano scolastico le risorse dell’autonomia didattica, di ricerca e sviluppo e dell’autonomia organizzativa.
A questo scopo è stato strutturato il questionario, suddiviso in due parti, la cui sequenza delle domande è posta in modo tale da poter fornire indicazioni utili al monitoraggio dei “processi fondamentali ” connessi con la gestione delle cinque attività principali riscontrabili in ogni istituto scolastico: la ricerca sul territorio necessaria all’analisi dei bisogni formativi, l’individuazione degli obiettivi e delle metodologie didattiche e l’elaborazione del POF, la definizione delle strutture e delle modalità organizzative, la gestione della didattica, la valutazione dell’apprendimento e dei
risultati d’istituto. La prima parte del questionario presuppone la disponibilità dell’istituto ad un esercizio continuativo dell’autonomia di ricerca, soprattutto per quanto concerne la preparazione di ogni decisione che si riconduca alla elaborazione e alla realizzazione del POF. Più precisamente, si presuppone che le ipotesi di ricerca ruotino attorno alla possibilità – agibile dal 1° settembre 2000 con la messa regime dell’autonomia – di introdurre gradualmente i curricoli di istituto e di incrementare la discrezionalità delle scelte contenutistiche e metodologiche avviando esperienze di modularità.
In questo contesto, la non definizione degli obiettivi nazionali di apprendimento, a seguito della sospensione dell’applicazione del riordino dei cicli, non consente ancora ai professionisti della scuola di interpretarli in funzione di una offerta formativa e didattica del tutto autonoma. Ma la sostituzione anche parziale dei programmi con i curricoli consente l’avvio del passaggio dall’uniformità dei processi di insegnamento e apprendimento “al riconoscimento e alla valorizzazione” delle diversità, un’evoluzione che costituisce il fine ultimo dell’autonomia e dei nuovi ordinamenti didattici, da orientare sempre più ad una logica di maggiore corrispondenza ai bisogni degli utenti e alla vocazione di sviluppo territoriale.
Di qui l’importanza delle domande sulle indagini indispensabili per dare un fondamento specifico all’attività progettuale di ogni scuola: studi e confronti relativi al territorio, analisi dei bisogni formativi degli alunni e sul potenziale professionale con cui la scuola può dare una risposta ad essi. Le prime sperimentazioni di queste indagini acquistano rilievo anche perché finora estranee alla tradizione scolastica italiana. Le ipotesi di organizzazione della ricerca si inquadrano nell’attività dei gruppi di lavoro strutturati per progetti, attività ormai consolidata dall’obbligo della formulazione del Progetto educativo di istituto, prevista anche in tutti i progetti di riforma degli Organi Collegiali sotto la voce “articolazioni del Collegio”, destinata ad essere ulteriormente incrementata dalle crescenti esigenze di interazione fra le componenti scolastiche e le realtà territoriali.
La seconda parte del questionario è rivolta alla ricognizione delle modalità e dei livelli di sviluppo dell’autonomia didattica, considerata nelle sue premesse organizzative e soprattutto nella flessibilità delle medesime (orario, gruppo-alunni, contenuti). L’affermazione dell’autonomia didattica in rapporto alle prospettive di sviluppo del territorio è anche alla base dei successivi quesiti sull’attivazione di forme e criteri di valutazione e autovalutazione. Infine, attraverso la formulazione di alcune “domande aperte” conclusive, si è inteso stimolare un maggior coinvolgimento delle scuole interessate dall’indagine, concentrando l’attenzione e la riflessione su quegli aspetti non analizzati da altre domande (con risposte chiuse), relativamente ad approfondimenti sull’autonomia didattica, sull’autonomia organizzativa e gestionale e sulle difficoltà incontrate nella gestione dell’istituto.
2.2 L’ANALISI DELLE BEST PRACTICES
La seconda indagine, rivolta alla rete di scuole che compongono il Laboratorio per l’autonomia, si propone di realizzare un’analisi, in forma approfondita di due delle principali variabili oggetto di monitoraggio da parte dell’Osservatorio: l’interpretazione, l’esercizio e i livelli di radicamento della cultura dell’autonomia; il ruolo del dirigente scolastico nella gestione dell’istituto.
Questo secondo questionario, non si sovrappone al primo, che è rivolto ad campione significativo di oltre 1000 scuole e tende a raccogliere informazioni sulle tendenze generali, ma ne rappresenta una prosecuzione in termini di approfondimento. Ne riprende alcuni nodi tematici per ampliarli, per proporne un’ulteriore “problematizzazione”, per prospettarne interpretazioni e sviluppi che attualmente possono essere collegati soltanto agli aspetti più avanzati della realtà effettuale della scuola italiana. Lo scopo di questa seconda serie di quesiti è riscontrabile essenzialmente nella seguente affermazione: proporre a tutti i membri del Laboratorio degli input per indagini e riflessioni, individuali e di gruppo, che ci preparino ad affrontare altri nodi e altre configurazioni che l’autonomia praticata, nelle sue diverse forme operative, potrà presentare a breve o a medio termine.
Ci si propone, dunque, di raccogliere dati, informazioni e materiali utili non per delineare le “modalità migliori”, ma le buone modalità operative di autonomia didattica e di ricerca, di autonomia professionale, partecipativa e gestionale effettivamente praticate. Con una specifica attenzione anche alla capacità delle singole istituzioni scolastiche di interagire con il territorio (con i soggetti istituzionali, economici e sociali). Tutto ciò in un contesto, caratterizzato dalla presenza di una serie considerevole di “spinte evolutive” all’attuale quadro generale dell’organizzazione scolastica italiana, segnatamente per quanto attiene alla riorganizzazione del ministero, alla ridefinizione degli ordinamenti e alla riforma federalista dello Stato, tendente a dare un ruolo decisionale più significativo alle regioni. In definitiva, si ritiene necessario prestare particolare attenzione alle best practices, perché possono aiutarci a comprendere meglio le prospettive, meno prevedibili negli effetti concreti ma non nella vastità della portata: quelle implicite nel carattere processuale dell’autonomia, e capaci di condizionare sia le riforme già in fase applicativa quanto quelle appena messe in cantiere.
Ulteriori informazioni relative alla mission, alla struttura e all’attività dell’Osservatorio sono disponibili all’indirizzo internet: www.luiss.it/centri/bachelet/osservatorioscuola.
Uno spazio ad hoc è invece dedicato all’attività di Formazione dei Dirigenti scolastici
(www.luiss.it/formazione/capi_ist).

di Antonio Cocozza