Corte di Cassazione, sez. III, 11 Luglio 2014, n. 15909: sulla lesione dell'aspettativa del reddito futuro probabilisticamente prodotto da minore deceduto.

11.05.2014

La Corte di Cassazione ha affermato che i genitori di un minore che sia morto in conseguenza di un fatto illecito sono potenzialmente titolari di un diritto al risarcimento del danno che deriva dalla lesione di un’aspettativa alla produzione di un reddito futuro; ciò in quanto può ritenersi, ragionando in astratto, che il minore, divenuto maggiorenne, avrebbe in qualche misura contribuito ai redditi della famiglia.

Trattandosi, però, di un diritto non automatico, si è detto che i genitori, per dare prova della frustrazione quell’aspettativa, hanno l’onere di allegare e dimostrare che il figlio deceduto avrebbe verosimilmente contribuito ai bisogni della famiglia.

A tale fine la previsione va operata sulla base di criteri ragionevolmente probabilistici, non già in via astrattamente ipotetica, ma alla luce delle circostanze del caso concreto, conferendo rilievo alla condizione economica dei genitori sopravvissuti, alla età loro e del defunto, alla prevedibile entità del reddito di costui, dovendosi escludere che sia sufficiente la sola circostanza  che il figlio deceduto avrebbe goduto di un reddito proprio.

La Corte ribadisce inoltre che, il danno biologico, il danno morale ed il danno alla vita di relazione rispondono a prospettive diverse di valutazione del medesimo evento lesivo che può causare, nella vittima e nei suoi familiari, un danno medicalmente accertato, un dolore interiore e un’alterazione della vita quotidiana; sicché il giudice di merito deve valutare tutti gli aspetti della fattispecie dannosa, evitando duplicazioni, ma anche “vuoti” risarcitori e, in particolare, per il danno da lesione del rapporto parentale, deve accertare, con onere della prova a carico dei familiari della persona deceduta, se, a seguito del fatto lesivo, si sia determinato nei superstiti uno sconvolgimento delle normali abitudini tale da imporre scelte di vita radicalmente diverse.

a cura di Lucia Rossi


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